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Romagna mia!

Cristiano Cavina

1974, Casola Valsenio (Ravenna)

Autore italiano. Le sue passioni sono evidenti fin da piccolo, leggere tantissimo e di tutto, avventura, fantascienza, classici russi, americani contemporanei… e inseguire il pallone nel campo dell’AC Casola, dove gioca in tutte le categorie, dai pulcini agli esordienti all’under 18.
Allergico agli studi, si mantiene con qualsiasi lavoro gli capiti: muratore, portalettere, pizzaiolo. Cresce con i racconti dei vecchi, conosce così la storia che c’è dietro la sua famiglia e il suo paese.
I suoi libri sono i tanti volti di Cristiano Cavina, quello del bambino legato al paese, alla famiglia, quello dell’adulto che scopre un “padre” proprio quando sta per avere un figlio; c’è il mondo vissuto attraverso i racconti della nonna Cristina, dove rivediamo l’Italia degli anni cinquanta, c’è il mondo delle scuole elementari, fatto di giochi, fantasie, paure e sogni adolescenziali, c’è il mondo adulto, di oggi, contemporaneo, ma che resta sempre aperto al passato, con “fantasmi” che rientrano nella vita del protagonista ma non dall’ingresso principale.
Cristiano Cavina è così, un uomo semplice che mette in scena la realtà che ha conosciuto da vicino donandole la forza dell’avventura. Non sapremo mai quanto di vero ci sia in quelle sue pagine macchiate di inchiostro.

Il prezzo originale era: €8,00.Il prezzo attuale è: €4,00.

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Romagna mia!

"Non avrei mai potuto scrivere questo racconto della mia Romagna senza gli anni di studio forsennato ai tavolini del Bar di Sopra, a Casola Valsenio (Paese dei Matti, di Alfredo Oriani, delle Erbe Aromatiche e dei Frutti Dimenticati). Mi sono ammollato nell'avventura di questo libro anche per dare un po' di pace alla folla di voci che mi fanno compagnia da una vita intera, e che non stanno mai zitte. In una terra di chiacchieroni come la nostra, popolata da gente che bacaglia da mattina a sera, il passato e il presente si mischiano in continuazione e niente ha mai davvero un principio e una fine. E come unità di misura, ho usato la mia dolcissima e sgangheratissima famiglia. Mi è stata donata una infanzia selvatica e "ingavagnata", dignitosamente povera e felice, trascorsa in un minuscolo appartamento delle Case Popolari insieme a mia mamma e i miei nonni materni, gli unici nonni che abbia mai avuto; non avevo nemmeno bisogno di andare al cinema per godere di un qualche spettacolo, mi bastava aspettare l'ora di pranzo, e qualcosa di mirabolante sarebbe sicuramente accaduto. Sono uno degli ultimi della mia generazione a essere nato in dialetto, tra persone che parlavano solo quello, e sono cresciuto in una lingua meticcia italiano romagnola in cui le cose accadevano diversamente."

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