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La malacarità (1972)

La malacarità (1972)

“La tematica ospedaliera, che è amore da un lato e arida contabilità dall’altro”. Così dice il direttore sanitario dell’ospedale al discorso di fine anno a primari, consiglieri di amministrazione e presidente. Lo dice nelle prime pagine di un libro uscito 50 anni fa: ‘La malacarità’ di Eugenio Travaini.

E’ passato mezzo secolo, ma la spietata e consapevole descrizione dell’ambiente medico ed ospedaliero è da leggere: relazioni basate solo su interessi di carriera, di denaro, di potere, e non sulla missione, come allora si definiva la vocazione e la dedizione alla medicina.

L’avvertenza usuale – “tutti i personaggi di questo libro sono immaginari e ogni rassomiglianza con persone reali è puramente casuale” – stampata sull’edizione Rizzoli è palesemente superata dal riconoscibile scenario dell’ospedale di Legnano, dove Travaini divenne il direttore di uno primi centri di fisiatria in Italia.

Non piacque la descrizione, dopo il successo letterario e di vendita, ed era prevedibile, come capitò a Edgar Lee Masters e a Jules Renard. Il libro non è mai stato ristampato ed è stato dimenticato. E’ invece un prezioso spaccato della realtà sanitaria di qualche decennio fa, quando si concentrava negli ospedali il percorso del paziente e della sua malattia, con le mutue che assicuravano le prestazioni sul territorio.

 

Il prezzo originale era: €16,00.Il prezzo attuale è: €5,00.

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La malacarità (1972).

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Dimensioni 18 × 2,5 × 20,8 cm

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Eugenio Travaini (Parabiago1930 – Bolzano15 agosto 1993) è stato un medico e scrittore italiano.

Primario ospedaliero e docente all’Università di Milano in medicina fisica e riabilitazione, fondò a Legnano uno tra i primi Centri di “Servizio di Riabilitazione Motoria” che fece scuola anche all’estero per metodologia ed efficienza. Dedicò la sua vita e fu innovatore non solo nell’ambito della sua branca, si è infatti sempre battuto per una medicina “a misura d’uomo[1].

Ha pubblicato nel 1972 il romanzo La Malacarità che ottenne un lusinghiero successo di critica e di pubblico. Nel 1977 ha pubblicato il romanzo Il vento in testa che nello stesso anno vinse il Premio Selezione Campiello[2] e il Premio Stresa. Nel 1982 pubblicò Una via d’uscita, racconto sia di un caso clinico disperato, sia di un “miracolo” chirurgico reso possibile dall’amore. Nel 1988, il successivo E davanti il muro, dopo aver affrontato la medicina, la pazzia, la malattia, per ultimo affronta il tema della morte. Nel 1985 viene pubblicato 18 racconti con prefazione di Piero Chiara, dove la sua capacità narrativa esamina storie di vita e di costume sempre con l’occhio clinico, non solo del medico, ma dell’attento osservatore della vita e della storie ‘eccezionali’ della gente comune. Muore nel nell’agosto del 1993 in un incidente stradale sull’autostrada del Brennero.

A suo nome è stata intitolata, nella sua città, la scuola elementare della frazione di Villastanza.