In offerta!

Un ricordo al futuro (I ed. 2006 – nuovo introvabile)

Un ricordo al futuro

Luciano Berio

1925, Oneglia, oggi Imperia – 2003 Roma

Compositore. Studiò con Ghedini a Milano e nel 1951 con Dallapiccola negli Stati Uniti. Tra i primi a dedicarsi in Italia alla musica elettronica, fondò con Bruno Maderna nel 1954 a Milano lo Studio di fonologia musicale della rai. Ha insegnato in varie università americane (fra l’altro, alla Juilliard School di New York, 1965-71), a Darmstadt (1963), a Colonia e all’ircam di Parigi.

Un ricordo al futuro

Il prezzo originale era: €72,00.Il prezzo attuale è: €52,00.

1 disponibili

Un ricordo al futuro (I ed. 2006 - nuovo introvabile)

«Non ho intenzione di occuparmi di musica come rassicurante mercanzia emotiva per l'ascoltatore o come rassicurante bagaglio procedurale per il compositore. Mi piace invece leggere o ascoltare la musica che si interroga, ci interroga e ci invita a una costruttiva revisione o, addirittura, a una sospensione del nostro rapporto col passato e a una sua riscoperta sulle tracce di percorsi futuri».

Berio musicista è universalmente noto. Meno, ovviamente, il Berio saggista. Ma, fin dalla pubblicazione di una rivista dalla vita breve, di grande impatto teorico, che è stata negli anni Cinquanta «Incontri musicali», attraverso scritti rivelatori come il suo saggio sul rock, sino a queste Lezioni americane, le pagine critiche e teoriche di Berio ci rivelano non solo un artista che riflette sulla propria opera e sulla situazione della musica, ma un pensatore a tutto campo, di cui queste pagine sono forse il testamento spirituale. (Umberto Eco)

 

Recensioni

Ancora non ci sono recensioni.

Recensisci per primo “Un ricordo al futuro (I ed. 2006 – nuovo introvabile)”

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

il musicista nasce nel 1925 a Oneglia, all’epoca fresca del neoistituito comune di Imperia, da Ernesto Berio e Ada dal Fiume.

Impara a suonare il pianoforte dal padre e dal nonno, musicisti (furono entrambi organisti e compositori). In quel periodo, attraverso le esecuzioni domestiche che suo padre promuove (e conduce) assieme ad amici, conosce la produzione cameristica di musicisti come Schubert, Mendelssohn, Beethoven, Mozart e riceve (per tre anni) lezioni di violino. Si interessa anche alla musica operistica di Verdi e Puccini, tanto che a 13 anni rimane profondamente commosso dall’ascolto de “La Bohème” alla radio.

Durante la seconda guerra mondiale è chiamato alle armi, ma il primo giorno si ferisce a una mano mentre impara ad armare una pistola. È così costretto a trascorrere molto tempo all’ospedale militare, prima di fuggire per evitare la coscrizione.

Dopo la guerra, Berio studia al conservatorio di Milano con Giulio Cesare Paribeni e Giorgio Federico Ghedini. Essendogli preclusa la carriera concertistica come pianista (a causa della ferita alla mano), Berio sceglie di concentrarsi sulla composizione. La prima esecuzione pubblica di un suo pezzo, una suite per pianoforte, avviene nel 1947.
In questo periodo lavora come accompagnatore al pianoforte in alcune classi di canto; è in questo modo che fa la conoscenza del mezzosoprano americano Cathy Berberian, che sposa dopo essersi diplomato e dalla quale divorzierà nel 1964. Molte composizioni di questi anni utilizzano le caratteristiche peculiari della versatile, quanto inimitabile voce di questa cantante.

Nel 1951, Berio arriva negli Stati Uniti, al Tanglewood Music Center per studiare con Luigi Dallapiccola, per influsso del quale sviluppa un vivo interesse verso la musica dodecafonica. Successivamente frequenta i corsi estivi di Darmstadt, incontrando Pierre Boulez, Karlheinz Stockhausen, György Ligeti e Mauricio Kagel. Sviluppa anche un vivo interesse per la musica elettronica e, insieme con Bruno Maderna, nel 1955 fonda a Milano lo Studio di fonologia musicale Rai di Milano, uno studio dedito alla produzione di musica elettronica. Qui invita parecchi famosi compositori, tra i quali Henri Pousseur e John Cage. Fonda inoltre il periodico Incontri Musicali.

Nel 1960 Berio ritorna a Tanglewood come Compositore in Residenza e nel 1962, su invito di Darius Milhaud, assume una cattedra presso il Mills College, a Oakland (California). Nel 1965 incomincia a insegnare presso la Juilliard School di New York, dove fonda il Juilliard Ensemble, un gruppo dedito a esecuzioni di musica contemporanea. Lo stesso anno si sposa con la filosofa della scienza Susan Oyama, dalla quale divorzierà nel 1971. In tutto questo periodo Berio si è alacremente creato una solida reputazione, vincendo il “Prix Italia” nel 1966 per Laborintus II (testo di Edoardo Sanguineti, con il quale già aveva collaborato, nel 1963, con l’opera Passaggio). Nel 1968 compone la sua Sinfonia eseguita alla Carnegie Hall di New York con gli Swingle Singers. Nel 1972 Berio torna in Italia. Tra il 1974 e il 1980, su richiesta di Pierre Boulez, è direttore della divisione elettro-acustica dell’IRCAM di Parigi. Nel 1977 si sposa per la terza volta, con la musicologa Talia Pecker. Tra i suoi studenti si annoverano Louis Andriessen, Steve Reich, Steven Gellman, Dina Koston, Luca Francesconi, Giulio Castagnoli, Flavio Emilio Scogna.

Nel 1987 fonda a Firenze Tempo Reale, centro di ricerca, produzione e didattica musicale attivo ancora oggi, con lo scopo di investigare nell’ambito delle applicazioni delle nuove tecnologie al campo musicale; con i musicisti e tecnici del centro Berio realizza i suoi ultimi lavori con elettronica. Nel 1994 è “Distinguished Composer in Residence” presso la Harvard University, dove rimane fino al 2000. È stato attivo anche in qualità di direttore d’orchestra e ha continuato a lavorare, sia come direttore sia come compositore, fino agli ultimi giorni della sua vita. Nel 2000 diventò Presidente e Sovrintendente dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia a Roma; fu proprio sotto la sua sovrintendenza che venne inaugurato, il 21 aprile 2002, il nuovo Auditorium Parco della Musica. Nel 2001 è autore di un nuovo finale dell’opera Turandot di Puccini, significativamente diverso da quello tradizionale di Franco Alfano.

Luciano Berio muore nel 2003 all’età di 77 anni in un ospedale, a Roma, poco dopo aver ultimato la stesura del brano Stanze, per baritono, coro e orchestra. La sua tomba si trova nel cimitero di Radicondoli, borgo medievale della provincia di Siena a cui Berio era molto legato.