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Muori Milano, muori!

Muori Milano, muori!

Gianni Miraglia

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Muori Milano, muori!

Milano, trenta giorni all'Expo. Berlusconi è morto e l'Italia è nel caos, la recessione incombe, i tempi sono pervasi dalla nostalgia per il faraone di Arcore e dalla rabbia dei tanti che hanno creduto a uno standard di vita che invece si sta drammaticamente, velocemente disintegrando. Nella capitale economica del paese - teatro di tensioni, scontri e disordini quotidiani - la vita di Andrea, neo-disoccupato di quarantasette anni, un tempo impiegato come redattore di brochure, è allo sbando, tra colloqui di lavoro inutili e il ricordo dell'ex moglie che l'ha lasciato. L'unica presenza umana a cui si aggrappa è Pietro Coccoreddu - detto Pietro Koch -, ex fattorino dell'azienda da cui entrambi sono stati cacciati, nonché sedicente leader dei diseredati di Abbiategrasso. Quando ad Andrea non resterà che un bancomat gelosamente custodito nei calzini e uno zaino con tenda da campeggio, sarà l'inizio di un peregrinare notturno tra parchi cittadini battuti da barboni, polizia e teppisti annoiati. Territori dimenticati nei quali incontra persone che si sono distaccate da tempo dalle abitudini delle loro vite precedenti, tra cui "l'uomo dei trolley", un ex marketing manager di successo impazzito. E mentre il conto alla rovescia per l'inizio dell'Expo sta per concludersi, Andrea scoprirà che Pietro Koch e la sua banda hanno un piano per colpire al cuore Milano e metterla definitivamente in ginocchio, vendicando cosi tutti gli sconfitti che percorrono le sue strade.

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«Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta.
«Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita».