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Dicibile e indicibile in meccanica quantistica (nuovo)

John S. Bell

Nacque a Belfast, nell’Irlanda del Nord, e nel 1948 si laureò in fisica sperimentale alla Queen’s University Belfast. Ottenne poi il dottorato di ricerca alla University of Birmingham, specializzandosi in fisica nucleare e teoria quantistica dei campi. La sua carriera iniziò con l’Atomic Energy Agency, a Malvern, e continuò con l’Atomic Energy Research Establishment, presso Harwell. Dopo parecchi anni si spostò al CERN (Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire). Qui lavorò in campo teorico quasi esclusivamente sulla fisica delle particelle e in ambito sperimentale sull’acceleratore di particelle; inoltre si dedicò alle basi della teoria quantistica.

Nel 1964 trascorse l’anno di congedo dal CERN alla Stanford University, alla University of Wisconsin-Madison e alla Brandeis University; in quello stesso anno pubblicò sulla rivista «Physics» l’articolo Sul paradosso Einstein-Podolsky-Rosen[1]. In esso dimostrò che procedendo con l’analisi dell’EPR si può ricavare la sua famosa disuguaglianza, che, derivata da alcune supposizioni filosofiche di base, è in conflitto con le previsioni della meccanica quantistica.

Nel 1966 uscì su «Review of Modern Physics» l’articolo On the Problem of Hidden Variables in Quantum Mechanics, in cui criticava le conclusioni di von Neumann; sarebbe dovuto uscire prima del precedente articolo ma una serie di problemi editoriali ne ritardarono l’uscita di 2 anni.

Nel 1969 Bell ricevette una lettera dal giovane fisico di Berkeley John Clauser che gli comunicava di aver escogitato un esperimento per verificare la disuguaglianza. [2]

Bell morì inaspettatamente per una emorragia cerebrale senza poter ricevere il premio Nobel per il quale era stato appena nominato.

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Dicibile e indicibile in meccanica quantistica

Dall'inizio degli anni Cinquanta fino alla morte, avvenuta nel 1990, Bell ha dedicato gran parte dei suoi studi – oggi considerati fra i più decisivi del secolo scorso – ai fondamenti della meccanica quantistica. Nel 1987 la quasi totalità dei suoi lavori di contenuto fondazionale è stata raccolta in questo libro, divenuto ormai una pietra miliare nel campo. Bell ha infatti riaperto il problema che soggiace a tutti gli altri: quale realtà possiamo attribuire ai mattoni microscopici che costituiscono la materia? Un problema che si pose per la prima volta con urgenza nei primi due decenni del Novecento, allorché i fisici furono costretti dai fatti sperimentali a constatare che alla materia microscopica non si poteva attribuire uno specifico «dove» e che la logica a essa applicabile cozzava violentemente con il senso comune. A questo stato di cose reagì Einstein, che insieme a Podolsky e Rosen tradusse lo strano comportamento previsto per le particelle microscopiche in un apparente paradosso insito nella teoria: il paradosso detto EPR dalle iniziali dei loro nomi. Trent'anni dopo Bell rianalizzò tutta la situazione EPR, e sintetizzò nell'ormai famosa «disuguaglianza di Bell» un criterio in grado – in linea di principio – di dirimere sperimentalmente il paradosso. Alain Aspect, prima di altri, portò avanti l'esperimento, avvalorando una novità sconvolgente: particelle opportunamente preparate si comportano come se fossero una cosa sola anche quando sono separate da distanze arbitrariamente grandi. Grazie a questa eccezionale raccolta di scritti, il lettore scoprirà, con crescente stupore, il significato di località, entanglement, elementi di realtà, variabili nascoste e altre cose che hanno modificato, in maniera drastica e problematica, l'immagine che abbiamo del mondo materiale.

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